I grandi donatori in tempo di crisi
Sono tempi difficili, non c’è dubbio. Viviamo un’emergenza sanitaria che non ha precedenti, e vediamo ogni giorno nascere migliaia di iniziative di solidarietà, persone e organizzazioni di tutto il mondo vogliono essere d’aiuto.
Giustamente, aggiungo.
Ma nel nostro, di mondo, tra chi deve raccogliere fondi per sostenere la propria mission la paura è tanta: cosa succederà domani, quando potremo ricominciare…quanti donatori perderemo? Sia per le tante organizzazioni impegnate come e più di prima per portare assistenza ai più fragili, anche se a regime ridotto per sicurezza, sia per tutte le altre che hanno dovuto mettersi in quarantena, la paura di perdere donatori, di dover ricostruire le attività di raccolta fondi, è tanta.
Certo, sappiamo che nulla sarà come prima, come accade dopo ogni grande evento: dovremo riprendere attività, recuperare immagine, ricostruire fiducia e rapporti non solo con i donatori, ma anche con i volontari, con il territorio. Proprio per questo, perché aspettare?
Siamo tutti bloccati in casa, ma tutti connessi, per fortuna, e possiamo restare in contatto con i nostri donatori, con una mail. E con le nostre grandi donatrici e i nostri grandi donatori? Con quelle e quelli che hanno sposato la nostra causa, che hanno donato cifre importanti?
Certo, molte e molti di loro vi saranno restati vicino, legati a voi e alla vostra mission, magari preoccupati come voi per questa sospensione delle attività. Ma altri rischiate che non rispondano alle vostre richieste, in questo momento, anzi, potrebbero infastidirsi. Preveniamo questo rischio.
Senza diventare degli stalker, facciamo una lista di tutti i donatori più fedeli, dividiamoceli, ciascuno da casa sua può fare il suo, e cominciamo a fare ad ognuno di loro una telefonata, o, meglio, una video chiamata, una Skype call, magari concordata prima con un messaggio, di cortesia, per sentire come sta, come sta vivendo questo dramma, se ha bisogno di qualcosa. Una versione virtuale del thè che avremmo preso insieme. E poi raccontategli come procedono i progetti, come stanno coloro o quel luogo che insieme stavate proteggendo e curando, come riuscite a portare avanti le vostre attività, senza chiedergli niente, ascoltando cosa dirà lei, o lui.
Perché se è una o un vostro grande donatore, è un vostro amico, è parte della vostra organizzazione, e vi ha a cuore, ha a cuore la vostra mission e i vostri beneficiari, come voi avete a cuore lui. Basta una volta, ma lo renderete felice. Può darsi, è già accaduto, che basti questo per farlo tornare da voi, sui vostri progetti. Ma in ogni caso, ve lo farà tenere vicino. Pronto ad ascoltarvi, quando tutto questo sarà finito, e potremo tornare in pieno regime alle nostre attività.
Provate! Se volete consigli, scrivetemi, e quando ci vedremo al Non Profit Women Camp, mi racconterete com’è andata!